La vita mi ha portato a percorrere strade diverse, ma tutte finemente intrecciate tra loro come i fili d’oro dei capelli setosi di Raperonzolo, provvidenziali e altrettanto salvifici per chi ne fece uso, tra cui quella del giornalista-scrittore, dell’imprenditore-benefattore e del collezionista: di campane, ventilatori d’epoca, e bus storici.
Le corriere di una volta pronte a percorrere i colli monferrini, insieme agli autobus urbani che popolavano di verde e d’arancio ministeriali le strade delle città italiane sino agli anni novanta, e di cui conservo un ricordo splendido di quando li prendevo insieme ai nonni paterni che mi hanno cresciuto con amore insieme ai miei genitori.
Per acquistare il mio primo mezzo storico pesante, quello di cui sono sempre stato pazzamente innamorato, ci misi nientepopodimenoché dieci anni: sino quando riuscì a convincere il proprietario, una storica associazione di mezzi del passato, che mi cedette uno splendido esemplare di Fiat 314 urbano ricevendo dal sottoscritto una cospicua donazione che permise loro di attuare buona parte degli scopi sociali.
Motivo per cui nacque così, spontaneamente, da nulla una splendida amicizia che mi valse il titolo di ‘Socio Onorario’, e una fattiva collaborazione sulle ali della storia per assicurare un degno futuro agli autobus storici.
Con il progetto di un originale Museo dedicato a questi veicoli meravigliosi cui sto lavorando: e che, con i modi e i tempi che il buon Dio vorrà concedermi, è in fase di realizzazione.


